Lo Zhuang-zi (così si chiamano sia testo sia autore) è uno dei libri fondamentali del pensiero taoista.
Il Taoismo nasce attorno al III secolo a.C. in una Cina dilaniata da forti contrasti di natura politica e morale. Il fondatore storico, Lao Zi, riassume nelle 81 tavole del suo Tao Te Ching i precetti fondamentali di quella scuola di pensiero che diventerà la seconda più frequentata in Cina dopo il Confucianesimo: il non-agire, l’azione minima, l’astensione, derivanti dal riconoscimento che la realtà sociale non è che la degenerazione del Tao, l’ordine naturale e perfetto che governa le nostre vite assieme a quelle degli animali, delle piante e dell’intero universo.
Zhuang-zi, allievo prediletto di Lao Zi, decide di riprendere e ampliare i precetti del maestro in un’opera che non ha precedenti né successori all’interno della letteratura religiosa: il suo testo è intriso di una profonda, irresistibile ironia, parabolica, labirintica; tanto che un lettore contemporaneo non può fare a meno di sentirsi preso in giro. In quella comunicazione laterale risiede il più grande insegnamento del suo maestro Lao Zi: “Il Tao che puoi dire, non è il Tao” (Tao Te Ching, cap. I).
Quel tipo di comunicazione ingannevole è la cifra dello stare in scena che inseguiamo spettacolo dopo spettacolo da quando siamo nati. Il nostro obiettivo è scrivere e dare carne a un nuovo “Zhuang-zi”, originale, scritto da noi, in cui lo sguardo taoista incrocia situazioni buffe o assurde della nostra contemporaneità e folklore occidentale. Per farlo, daremo voce al “saggio e meticoloso” Zhong-li, fantomatico santone orientalista di nostra invenzione, ragazzo cinese di seconda generazione illuminato dal Tao e suicida giovanissimo nel Naviglio Pavese…
Come step fondamentale per disegnare il cuore del lavoro, abbiamo arricchito Tristeza Ensemble di un’anima orientale: Alessandro Xin e Giulio Cai sono due giovanissimi attori/registi italo-cinesi che ci accompagnano con entusiasmo da quando ci siamo messi in testa di partorire questa follia.